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Sviluppo personale, sofferenza

Sofferenza: come liberarsene


Presi come siamo dal proprio vivere, ogni giorno ognuno di noi si convince di essere la persona più sfigata del mondo. Riflettiamoci un attimo, e chiediamoci se questa convinzione corrisponde effettivamente alla verità.

In un libro che parla di Gesù su una Harley Davidson si trova scritto che lui passava il tempo ad aiutare uomini e donne, li assisteva con dolcezza nel superamento dei loro “blocchi” psicologici e nell’abbracciare se stessi comprendendo la natura dei propri disagi. Aveva una protesi ad una gamba e quando viene interrogato sul perché della cosa, rispose con una semplice sconvolgente frase: “Mia cara, se devo vivere da uomo, è naturale che anch’io sopporti la mia dose di sofferenza, che è uguale per tutti. Per alcuni essa si manifesta sul piano fisico, per altri su quello psichico, ma ti assicuro che la giustizia cosmica non potrebbe darne a qualcuno una dose maggiore o minore rispetto agli altri.”

Riflettendo su questo si può capire quanto fosse limitato il nostro punto di vista nei giorni in cui facevamo parte del popolo degli sfigati a vita. Sapere che la sofferenza è uguale per tutti la diminuisce in gran parte, fa sentire molto più vicini ai propri simili e spinge inevitabilmente a riflettere sulla sua natura fino alla fatidica domanda: se è vero che la giustizia cosmica ne da a tutti in ugual misura, e che quindi essa fa parte di un “disegno” consapevole, qual è la sua funzione?

La risposta che ci possiamo dare è che la sofferenza serve a imparare, evolvere, crescere. Fa soffrire terribilmente solo se ci opponiamo a essa e non vogliamo mettere in discussione la realtà alla quale siamo abituati: quella che, per quanto brutta, ci fa sentire protetti.

La filastrocca degli sfigati recita “Si sa quel che si lascia ma non si sa quel che si trova”, ma questa frese quanto ci costa in termini di libertà e di possibilità per raggiungere nuovi obbiettivi?

Probabilmente un atteggiamento più “furbo” sarebbe quello di abbandonarne il significato terroristico e provare a rischiare un po’ per vedere cosa succede.

Bisogna cominciare a sfidare le proprie paure e a dare una fiducia sempre maggiore a ciò che “sentiamo” più vero.

“Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero” ( A. Einstein).

Facciamo quest’opera partendo dalle piccole cose della nostra vita.

E’ sempre eccitante mollare la presa sul cespuglio che ci ancora a riva…
Inizialmente si prende anche qualche botta sugli scogli che affiorano dall’acqua, ma poi la corrente s’impadronisce di noi, ci trasporta dove l’acqua è più limpida e profonda, ci protegge nel nostro cammino fino al mare della vita.